Dottorandi XXXIX ciclo

Marco Baschetti

Titolo ricerca: L’acqua dei corpi: edizione, traduzione e studio della tradizione araba dello Pseudo-Galeno sulle urine

Abstract: La ricerca si svolge nell’ambito del progetto ERC UseFool: Knowledge and manipulation of nature between usefulness and deception in the Arabo-Islamic tradition (9th – 15th century). Questo progetto di ricerca si propone di realizzare la prima edizione critica e traduzione dei testi di uroscopia in lingua araba attribuiti al medico greco Galeno e conosciuti con il titolo di Ǧawāmiʿ kitāb fī al-bawl wa-dalāʾil (Compendio del libro sulle urine e i loro segni). Questi compendi ci sono pervenuti in diversi manoscritti, sia in forma di trattati che di schemi ad albero, e sono corredati da un ricco apparato illustrativo di diagrammi e ampolle. La ricerca analizzerà la trasmissione e l'influenza di questi testi nella tradizione medica arabo-islamica, concentrandosi su tre aspetti principali: la cultura materiale dell'uroscopia, con particolare attenzione agli strumenti diagnostici e alle tecniche di contraffazione; la pratica medica quotidiana dei medici popolari che operavano nelle strade delle città medievali; la letteratura dell'inganno legata all'esame delle urine dei pazienti. Attraverso un approccio che combina l'edizione filologica dei manoscritti, la replication sperimentale delle procedure di adulterazione e lo studio comparativo dei blocchi testuali nelle tradizioni araba, greca e latina, il progetto mira a mappare le fonti di questi compendi e a ricostruirne la storia testuale e l’impatto sulla pratica medica e sulla cultura materiale del mondo arabo-islamico medievale.

Alex Benini

Titolo ricerca: La Critica del Linguaggio e della Rappresentazione: Elementi d’Arte critica ed Estetica della Sottrazione, da Deleuze a Carmelo Bene

Abstract: Il mio presente progetto di ricerca tratta il problema della critica della rappresentazione e del linguaggio, in quanto problema filosofico e fondamento di forme d’arte “critica”. Tale problematica pone al contempo questioni d’ordine politico – rapporto dell’arte con la società – e teoretico – rapporto dell’estetica con il linguaggio. Il progetto affronta in tal senso la possibilità di elaborare un campo d’analisi interdisciplinare che possa rendere conto di un certo numero di tendenze, pratiche poietiche e formulazioni teoriche che, nella storia dell’arte e della filosofia, hanno contribuito alla costituzione di “contro-linguaggi” atti a contrastare le dinamiche della rappresentazione. Tale campo di analisi potrebbe essere designato come “estetica della sottrazione”, avendo come punti di riferimento principali da un lato la filosofia contemporanea francese, in particolare nel progetto filosofico di Gilles Deleuze, e dall’altra le espressioni contemporanee e critiche del teatro, del cinema e della letteratura, a partire dalla figura di Carmelo Bene. Fine della ricerca, dunque, è la verifica di una portata critica e politica dell’arte e delle sue opere insita nel regime “sottrattivo” di decostruzione dei linguaggi dell’arte e del linguaggio in senso più ampio, risultante da una volontà poietica critica ben identificabile. Le questioni del linguaggio e dello stile risultano pertanto centrali nella definizione di questi percorsi critici, sottratti all’uniformità estetica del regime spettacolare e alle forme dominanti di soggettivazione della rappresentazione.

Nicola Chinchella

Titolo ricerca: Un approccio di Active Inference alle interazioni utente-social media

Abstract: La mia ricerca di dottorato si colloca all'intersezione tra modellazione computazionale, fenomenologia e scienze cognitive. Sfrutto i principi di Active Inference per comprendere il comportamento umano in contesti digitali. In particolare, sviluppo modelli per simulare e analizzare le interazioni degli utenti sulle piattaforme dei social media, fornendo approfondimenti sui processi cognitivi e affettivi. Sto acquisendo competenze pratiche nelle metodologie di ricerca psicologica, in particolare nell'acquisizione e nell’elaborazione dei dati EEG. In generale, nel mio lavoro intendo affrontare questioni fondamentali sulla cognizione e sul processo decisionale nelle interazioni digitali. In particolare, sono interessato a sfruttare Active Inference per il benessere umano, in modo da migliorare l'esperienza quotidiana. Inoltre, sono interessato ad applicare machine learning e le reti neurali a qualsiasi tipo di dati cerebrali (EEG/fMRI), quindi sono sempre alla ricerca di collaborazioni con esperti del settore. Ho anche una formazione filosofica e mi piacciono le discussioni teoriche profonde, sono un convinto sostenitore della 4E-cognition.

Edoardo Colombani

Titolo ricerca: La configurazione degli attori nei gemelli digitali urbani: un approccio interdisciplinare fra semiotica e STS

Abstract: La mia ricerca si interessa delle pratiche di configurazione e rappresentazione degli attori nel contesto delle infrastrutture di conoscenza urbane, attraverso una metodologia che interseca gli studi sulla scienza e la tecnologia e la semiotica. Più in particolare, il mio oggetto di studio sono i gemelli digitali urbani, ovvero repliche virtuali di una serie di fenomeni e processi tanto fisici quanto sociali in grado di fornire simulazioni che supportino il governo della città. I gemelli digitali urbani sono dunque un complesso intreccio di attori umani e non-umani, database, algoritmi, interfacce, dinamiche politiche e culturali. Per indagare i percorsi di senso che si snodano in questa rete, da un lato mi appoggio agli STS, in particolare all’ANT, così da seguire passo per passo le trasformazioni, traduzioni e deleghe che portano dalla città “fisica” al modello “digitale” (e viceversa). Al tempo stesso, l’analisi semiotica si rivela essenziale nell’indagine dei processi di classificazione, emergenza, inclusione e invisibilizzazione degli attori urbani. Fulcro di questo rapporto interdisciplinare è infatti il concetto semiotico di enunciazione e la sua reinterpretazione nella Piccola filosofia dell’enunciazione (1998) e in Un’indagine sui modi di esistenza (2014) di Bruno Latour. Dato questo approccio metodologico, le mie domande di ricerca sono le seguenti: in che modo il processo di traduzione dei fenomeni urbani all’interno del gemello digitale configura una serie di ruoli e identità per gli attori urbani? Chi è rappresentato, e chi invece è escluso? Data la sempre maggiore pervasività dell’intelligenza artificiale, in che modo l’agency viene distribuita fra gli attori umani e non umani del gemello digitale? Quali strategie discorsive e narrative vengono imbastite, e quali immaginari passati, presenti e futuri? Infine, quali forme di esperienza aprono i mondi virtuali dei gemelli digitali tramite le loro interfacce d’uso, fra ottimizzazione e potenzialità ludiche?

Marco d’Alessandro

Titolo ricerca: Gioco e Creatività: una prospettiva interdisciplinare tra semiotica, estetica e scienze cognitive

Abstract: Da sempre il gioco esiste in uno spazio liminale, tra regola e assenza di scopo, tra divertimento e competizione, tra attività ludica del bambino a seria struttura economica. Le correnti di analisi sono molteplici: da una di matrice psicologica e sociologica che ne evidenzia l’importanza nelle età dello sviluppo, e il ruolo fondamentale di strutturare l’esperienza e il comportamento sociale; a una semiotica del gioco e della creatività che si è concentrata, limitandosi, sugli aspetti combinatori e linguistici dello stesso. Questa ricerca vuole porsi come punto di snodo interdisciplinare, interstiziale e a cavalcioni come l’oggetto che osserva, tra le correnti di semiotica, etologia, estetica, filosofia del linguaggio e scienze cognitive, per riportare l’attenzione su pratiche, processi, materiali e ambienti. Se il gioco si configura come un labirinto enunciazionale, sospeso tra caso e necessità, la creatività sarà allora quell’elemento in grado di rendere infiniti i sensi, estetici e linguistici: andando oltre una concezione della creatività come combinatoria, ne stabiliremo le basi estetiche e materiali. Tratteggeremo così una definizione dinamica di creatività, slegata dalle sue mitologie legate al prodotto, all’originalità, all’efficacia e alle sue strutture di sanzione e destinazione. Il focus verrà posto sugli aspetti potenziali della stessa, in particolare sull’inconcludenza, come continuum necessario all’emersione di forme creative. È infatti in quella fase di esplorazione precaria, dove vige una logica della scoperta e dello stupore, che differenti modalità di co-enunciazioni si stratificano: tra ambienti, materiali, gesti, norme e abiti si tratteggerà la cartografia di un’ecologia del senso creativo. In particolare, verrà osservato l’intreccio tra gioco e creatività nel campo della didattica e dell’educazione, con sguardo semiotico e pragmatista, per integrare e moltiplicare i sensi di un oggetto di studio che più che essere un nome, è predicato, processo e pratica.

Glenn De Muynck

Titolo ricerca: L’influenza del contesto sulla rappresentazione dei concetti astratti

Abstract: Il cervello sembra afferrare senza sforzo il significato delle parole. Tuttavia, scoprire i meccanismi alla base di questa straordinaria capacità rimane una sfida complessa per gli psicolinguisti. Secondo il paradigma dell’embodied cognition, la comprensione di una parola come “gatto” comporta l'attivazione di aree cerebrali simili a quelle impegnate nella percezione di un gatto reale. Tuttavia, questa teoria diventa molto più problematica quando si ha a che fare con concetti astratti come “filosofia”, che non hanno referenti percettivi stabili e non producono modelli di attivazione neurale coerenti. Al contrario, la rappresentazione neurale dei concetti astratti è altamente dipendente dal contesto e influenzata da differenze individuali e fattori culturali. Data questa complessità, per progredire nella comprensione dei concetti astratti è necessario integrare le conoscenze derivanti da esperimenti comportamentali, neuroimaging e tecniche computazionali, come i modelli vettoriali semantici e i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). In questo progetto di dottorato, mi propongo di esplorare il ruolo del “contesto” nella rappresentazione dei concetti astratti da tre prospettive complementari. In primo luogo, utilizzando paradigmi psicolinguistici come il free listing task, esploro i tipi di informazioni contestuali associate a vari sottotipi di concetti astratti. Inoltre, valuto come fattori individuali, come la vividezza dell’immaginazione, influenzino questi compiti. In secondo luogo, studio il modo in cui le componenti EEG elicitate in risposta ai concetti sono modulate dalla frase precedente. Infine, confronto le prestazioni dei LLM rispetto agli esseri umani nei compiti comportamentali per valutare in che misura i LLM possono essere utilizzati come fonte affidabile di informazioni sulle facoltà linguistiche umane.

Jeffrey Opoku Dickson

Titolo ricerca: Investigating spatial knowledge at the interface of Language and Cognition

Abstract: Il nome del mio progetto è ‘Investigating spatial knowledge at the interface of Language and Cognition’. Lo scopo della mia ricerca è quella di studiare la relazione tra linguaggio e cognizione. In particolare, sono interessato a comprendere come parole e frasi possano contribuire in modo unico e particolare a processi cognitivi non-linguistici quali la rappresentazione spaziale, quindi mostrando come la presenza del linguaggio possa modificare drasticamente la natura delle nostre menti, aumentando la nostra capacità di comprendere la realtà e gli ambienti circostanti. Più specificamente, sono interessato a come la semantica di preposizioni con significato spaziale possa alterare il modo in cui percepiamo relazioni di carattere spaziale quali quelle di distanza e contenimento: alcune preposizioni, come ad esempio 'fuori' hanno ambiguità che possono suggerire diverse interpretazioni e quindi, diversi risultati in termini di simulazioni mentali dello spazio. Questo ci permette di vedere effetti interessanti di strutture linguistiche sulla cognizione sfruttando la maggiore controllabilità di questi elementi grammaticali. Per investigare queste relazioni, mi servo principalmente degli strumenti delle scienze cognitive, soprattutto studi comportamentali. Utilizzerò quindi paradigmi come Picture verification tasks, visual search e altri compiti per vedere come frasi simili per contenuto semantico ma con preposizioni spaziali differenti possano produrre differenti comportamenti in un task non linguistico immediatamente successivo. Se queste preposizioni spaziali sono in grado di produrre divergenze nel modo in cui le frasi agiscono su questi processi cognitivi, allora è possibile affermare che giochino un ruolo sorprendentemente importante nelle interazioni tra linguaggio e cognizione non-linguistica.

Francesco Garbelli

Titolo ricerca: Le figure che sono. Soggetto e percezione nella semiotica cognitiva post-echiana
Abstract: La ricerca è dedicata a investigare soggetto e percezione all’interno del quadro disciplinare della semiotica cognitiva. Principale riferimento teorico dello studio, posto sulla scia dell’eredità di concetti e problemi lasciata da Umberto Eco, sono le posizioni di Claudio Paolucci, secondo cui la percezione sarebbe una “allucinazione controllata dal mondo” nella quale una pluralità di istanze figurano il percetto attraverso reti di «priors and interpretants». La ricerca presenta un apparato concettuale economico ed euristico che fa perno sulla nozione di figura, tramite cui rendere conto dei processi che consentono alla conoscenza precedente di essere plasticamente mobilitata per interpretare i fenomeni futuri. Riprendendo l’idea echiana che il soggetto sia strettamente legato alle configurazioni semiosiche che produce, centrale ai fini dell’analisi si rivela il rapporto tra le figure e la soggettività, la cui indagine è riassunta nella formula “le figure che sono” – formula che occorre leggere sulla scorta del caveat peirciano a non identificare interpreti e interpretanti e che gioca sulla possibilità dell’italiano “sono” di valere sia per la terza persona plurale sia per la prima persona singolare. L’analisi si propone quindi di porre la questione eminentemente in termini di memoria individuale e collettiva: percorrendo le più recenti scoperte scientifiche e le più aggiornate sistemazioni teoriche in proposito, si intendono valutare la plausibilità, i limiti e le direzioni dei modelli qui messi a punto in relazione alle caratteristiche delle trasformazioni che hanno continuamente luogo nel patrimonio enciclopedico nel quali i soggetti si innestano e si distribuiscono.

Ottavio Lovece

Titolo ricerca: Le radici fenomenistiche dello psicologismo di J.S. Mill (The Phenomenalistic Roots of J.S. Mill’s Psychologism)

Abstract: L’obiettivo della presente ricerca è quello di determinare le caratteristiche essenziali che strutturano la definizione di logica psicologistica all’interno del pensiero di J.S. Mill. A partire dalla definizione che l’autore dà della logica nelle battute introduttive del System of Logic, riteniamo si possa mostrare come la determinazione del campo della logica in equivalenza con quello della psicologia abbia come presupposto fondamentale la ricezione, da parte di Mill, di una determinata gnoseologia fenomenistica alla luce di cui il soggetto viene concepito come passività ricettiva (sensibilità) rispetto all’oggetto come causa delle sue modificazioni e, dunque, dell’apparire della realtà come fenomeno. Inoltre, si intende mostrare come l’appena citata configurazione del rapporto soggetto-oggetto si rifletta in una tematizzazione della relazione mente-realtà che ha la sua matrice storico-filosofica nell’epistemologia hobbesiana, in particolare, e più in generale nella storia della filosofia moderna britannica. In conseguenza del percorso tracciato, sarà possibile vedere come la definizione dello psicologismo in Mill risulti dall’eredità di un’impostazione del problema gnoseologico che ammette un concetto di fenomeno radicato nella storia della filosofia moderna e alla luce di cui viene tracciata una concezione anti-trascendentale della logica, precisamente nell’equivalenza di essa all’analisi delle operazioni psicologiche del soggetto empirico. L’indagine che intendiamo svolgere, dunque, intende rilevare l’importanza della figura di J.S. Mill in relazione alla seguente ragione: sebbene sia stata rilevata l’influenza storica della filosofia di Mill, tanto nell’accoglienza quanto nel rifiuto delle sue tesi (si pensi, per questo, soprattutto alle critiche di Frege e Husserl), manca una ricostruzione complessiva della posizione dell’autore in riferimento al quadro storico-filosofico moderno.

Maria Anita Palmieri

Titolo ricerca: Citizen Science: analisi, metodi, aspetti educativi, applicazione pratica e divulgazione

Abstract: Poiché la Citizen science si pratica in numerosi campi e in svariate discipline scientifiche, viene impiegata in differenti ambiti di intervento e di attività. Visti gli innumerevoli campi in cui la Citizen Science può essere utilizzata, prestandosi ad un approccio interdisciplinare che abbraccia il mondo sociale, filosofico e scientifico, il presente progetto vuole indagare ed analizzare gli impatti che la Citizen Science può avere nella quotidianità delle persone, sia da un punto di vista educativo e degli apprendimenti, sia da un punto di vista metodologico e di conoscenza scientifica della gente non esperta, in collegamento con la sua natura di attività produttrice di conoscenza scientifica dotata di propri metodi e principi epistemologici. Il progetto prevede una parte applicativa che comprende un’attività con interventi di divulgazione, sensibilizzazione e didattica, rivolti ai cittadini e alle scuole. Ciò che si vuole testare è la misura in cui tali attività di divulgazione, sensibilizzazione ed educazione, possano essere svolte da ogni singolo Citizen scientist nella propria quotidianità sia in epoca adulta che nella fase della formazione secondaria superiore. Il presente lavoro vuole inoltre approfondire e indagare le metodologie ed i campi in cui si applica la Citizen science. Un’indagine di questa disciplina che può essere impiegata ad ampio raggio e con diverse applicazioni avrà il fine di acquisire sia le connotazioni che definiscono il suo specifico statuto epistemologico sia la sua utilizzabilità, come materia di collegamento, interazione, cooperazione tra le discipline filosofiche e sociali e le discipline scientifiche, proprio per il suo essere un nuovo modo di vedere la relazione tra scienza e società. Il progetto mira infine ad indagare anche il grado di conoscenza della scienza all’interno della società, cioè quanto nel fare Citizen science si tenga conto delle conoscenze effettive delle persone, quali sono le metodologie utilizzate dalla Citizen science, come funziona e che impatti ha sulla società e sulle singole persone con l’obiettivo di individuare le strategie per diffondere la Citizen science e quali i suoi limiti, anche all’interno di un quadro generale di terza missione.

Juri Panicucci

Titolo ricerca: Population health and climate science: overlaps, interactions, and communal benefits of their integration

Abstract: Nel mio progetto di ricerca, mi occupo di alcune questioni tra loro legate, le quali afferiscono a importanti dibattiti in filosofia della scienza, filosofia della medicina, e filosofia delle scienze del clima:

1.    Cosa sono, e come dovremmo trattare, l’incertezza e il rischio induttivo, nelle scienze del clima e della salute della popolazione?

2.    Dovremmo incorporare alcune considerazioni che emergono dalle scienze della salute della popolazione all’interno dei nostri ragionamenti sulle scienze del clima, attraverso approcci come Health in All Policies, Planetary Health, o One Health?

3.    Qual è il legittimo ruolo che i valori non-epistemici (sociali, morali, politici) possono giocare nelle scienze del clima e della salute della popolazione?

4.    Migliorando la nostra comprensione di tale ruolo, possiamo migliorare anche la nostra comunicazione di risultati scientifici in queste scienze, e la fiducia nella scienza?

 

Al fine di affrontare queste domande con un approccio interdisciplinare, collaboro con filosofi della medicina, epidemiologi e medici all’interno del progetto PhilHeald – Italian Network for Philosophy of Health and Disease – e con gli scienziati del clima di ItaliaMeteo, l’Agenzia Nazionale per la Meteorologia e la Climatologia, presso la quale sto svolgendo un periodo di ricerca. Nella mia tesi, cercherò di delineare approccio filosofico comune per alcune questioni di salute della popolazione e delle scienze del clima. Inizierò con alcune riflessioni sul ruolo e la legittimità dei valori non-epistemici nelle ricerche e le policies relative alla salute della popolazione, per concentrarmi poi su alcune questioni aperte nella modellizzazione climatica, relative in particolare all’incertezza e all’uso dei servizi climatologici e meteorologici. Discuterò in seguito alcune questioni fondamentali in filosofia della scienza relativamente a quale sia il ruolo legittimo di valori non-epistemici nelle pratiche di ricerca scientifiche, e identificherò alcuni criteri per il loro uso nelle scienze del clima e della salute della popolazione. Alla luce di queste considerazioni, concluderò che dovremmo incorporare alcune considerazioni tipiche della salute della popolazione all’interno di ricerche scientifiche e policies sul cambiamento climatico.

Francesca Papi

Titolo ricerca: Philosophy, Pragmatism and Transactional Disorders: from Harry Stack Sullivan to an Alternative Viewpoint on Psychiatry

Abstract: Harry Stack Sullivan è una figura spesso trascurata nel vasto panorama della psichiatria del XX secolo; eppure, il suo apporto è stato dirompente e innovativo, nel tentativo di porre l’interazione interpersonale al centro della comprensione della salute mentale. Il suo contributo alla psichiatria si distingue per l’audace allontanamento da alcune delle assunzioni fondamentali della psicoanalisi classica, disciplina rispetto a cui Sullivan non ha mai tentato di tener nascosto il proprio profondo debito intellettuale. Sullivan iniziò così la propria carriera seguendone rigorosamente i dettami, ma scoprendo nondimeno in corso d’opera, che molte delle strategie terapeutiche che la psicoanalisi aveva concepito e brevettato, risultavano inadeguate al trattamento di certi pazienti. È dunque ravvisabile, osservando l’evoluzione interna del pensiero sullivaniano e seguendone il filo di dispiegamento teorico, vedere come l’assimilazione dell’insegnamento psicoanalitico si faccia progressivamente meno sterile e maggiormente disponibile a quella particolare curvatura che aprirà il metodo psicoanalitico al trattamento non più del soggetto del disturbo mentale, ma dell’individuo nel suo contesto relazionale. Sullivan andò via via elaborando una prospettiva fortemente innovativa che favoriva una comprensione dinamica e socio-ambientale della psicopatologia, orientata a fare luce sulla disfunzionalità di certe transazioni interpersonali. L'attenzione per la dimensione relazionale emerge con forza nella sua esperienza clinica. In questo contesto egli andò consolidando il proprio approccio clinico-terapeutico basato sull'osservazione diretta del comportamento dei pazienti e sull'interazione in contesti situazionali reali, in cui il medico funge da partecipante attivo nel processo terapeutico. Con questo lavoro, si intende restituire centralità alla figura di Harry Stack Sullivan, mettendo in evidenza la portata innovativa del suo pensiero psichiatrico nonché la sua rilevanza filosofica, a partire dal suo contributo a un dialogo più ampio con gli altri campi del sapere, volto a comprendere l'essere umano nella complessità delle sue interazioni e della giuntura storico-culturale in cui si trova a vivere.

Giovanni Russo

Titolo ricerca: Artificial Intelligence and Democracy

Abstract: Questa ricerca mira a indagare gli effetti dell’IA sulla dimensione morale della democrazia, cioè sullo stato delle relazioni intersoggettive che strutturano la sfera pubblica democratica. Mediante il riferimento preliminare all’approccio critico immanente di Rahel Jaeggi, distinguiamo la ricerca in tre parti. In un primo momento, tenteremo di dispiegare la struttura normativa con cui guidare tale analisi. Per farlo, ci concentreremo sul concetto di sfera pubblica democratica e sulla sua connotazione etico-morale. In un secondo momento, tenteremo di fare emergere le discrepanze tra l’idea normativa di sfera pubblica e il suo attuale stato reale, alla luce della presenza pervasiva dell’IA. Nello specifico, saranno oggetto di indagine le seguenti applicazioni: l’IA che media le relazioni umane, nel riferimento ai deepfake; l’IA che sostituisce il partner dell’interazione nell’uso dei chatbot; e l’IA che manipola il processo di selezione del partner dell’interazione nel sistema di raccomandazione algoritmica. Infine, mireremo a porre criticamente in questione gli stessi ideali normativi della sfera pubblica democratica nella misura in cui essi avrebbero causato la stessa discrepanza normativa.