FRID 2023

Keywords | Parole della ricerca in design

  • Data:

    31 OTTOBRE 2022
    -
    09 GIUGNO 2023
     

CALENDARIO

 31 ottobre 2022 | Presentazione abstract

5 dicembre 2022 | Pubblicazione esito selezioni

17 febbraio 2023 | Consegna full paper intermedio

17 aprile 2023 | Risultati della peer review

4 e 5 maggio 2023 | FRID

9 giugno | Consegna full paper

CALL FOR PAPER

Il curriculum in Scienze del design della Scuola di Dottorato Iuav di Venezia avvia la quinta edizione di FRID. Fare Ricerca In Design, forum nazionale dei dottorati in design, con l’obiettivo di condividere e discutere i risultati delle ricerche dottorali in design per riflettere sugli sviluppi della disciplina.
L’edizione 2023 – Keywords. Parole della ricerca in design – vuole stimolare la riflessione su un aspetto della ricerca che in seguito alla rivoluzione digitale e alla proliferazione di dati ha acquisito vasta importanza: l’utilizzo di parole chiave. Tali elementi paratestuali, con cui si chiede di identificare e descrivere in maniera chiara e rapida le ricerche, hanno cambiato le nostre abitudini cognitive e, come spiega Michael Leja, hanno condotto alla modifica di quei processi basilari di apprendimento quali “formulare domande, condurre indagini, definire risposte”1. Cercare nuove fonti nei cataloghi delle biblioteche online, esplorare libri e paper con una velocità e un’efficacia senza precedenti, presentare e condividere i risultati delle ricerche a un target sempre più vasto, sono attività rese possibili dall’utilizzo delle parole chiave. Benché consapevoli dell’utilità di tali strumenti, riteniamo che essi celino due pericoli.In primis, è possibile che le parole chiave, prive di una contestualizzazione precisa e approfondita, si rivelino meri “luoghi comuni”, ovvero formule, mezzi facili per permettere “la comunione, come farebbe lo spiegamento di una bandiera”2. In altre parole, il sospetto che emerge dietro l’abuso di talune
call for paper “keywords” è che esse siano semplici “passwords”, chiavi di accesso per discussioni, dibattiti o comunità scientifiche; passepartout retorici per segnalare la propria appartenenza a un determinato gruppo o ambito di studi o per approfittare della risonanza di alcuni termini.
A ciò si aggiunge il rischio che, rimanendo ancorate a specifici ambiti disciplinari, le parole chiave si trasformino in puri tecnicismi. Come ha ricostruito saggiamente Pablo González Casanova la divisione del lavoro intellettuale e la conseguente specializzazione disciplinare hanno segnato una crescita senza precedenti della nostra conoscenza scientifica, grazie all’affinamento di particolari strumenti per specifici problemi. Tuttavia, “la proliferazione delle discipline non ha generato solo esiti positivi; ha posto anche (…) problemi di incomunicabilità tra differenti specialisti”3. Il rischio dunque è che, benché diverse comunità scientifiche e diversi specialisti utilizzino gli stessi termini, si parli di concetti, contesti e problemi diversi. Ciò sembra essere ancora più problematico per una disciplina “antispecialistica” come il design, che ha sempre dialogato con saperi differenti combinandoli in una sintesi originale. Pertanto, riteniamo urgente una riflessione critica sulle parole che utilizziamo nelle nostre ricerche.

Una riflessione che, a partire dalle singole ricerche, tenga particolarmente conto di come alcuni concetti e nozioni appartenenti a specifici ambiti disciplinari possano essere usati, deformati, rielaborati e trasformati in parole del design. Una riflessione che vuole dunque essere l’occasione per ritornare a riflettere sul fondamento di ogni scienza e ogni disciplina, ovvero il suo linguaggio.


1 M. Leja, Keyword, “American Art” , Vol. 23, No. 1 (Spring 2009), pp. 34-35, qui p. 34.
2 C. Perelman, L. Olbrechts-Tyteca, Trattato dell’argomentazione (1958), Einaudi, Torino 1966, p. 174.
3 P. González Casanova, Las nuevas ciencias y las humanidades. De la Academia a la Politica, CLACSO, Buenos Aires 2017, p. 23.

 

Modalità di partecipazione

Ai partecipanti è richiesto di presentare una singola parola (o locuzione) identificativa della propria ricerca, darne una precisa contestualizzazione e specificare l’utilizzo che se ne fa nella propria ricerca. A partire da quest’ultima, i candidati sono dunque invitati a proporre contributi che includono riflessioni sul ruolo che si attribuisce alla parola (o locuzione) scelta, rispondendo inoltre alle domande che seguono: a quali contesti, dibattiti, ambiti disciplinari si fa riferimento quando viene utilizzata? Essa appartiene alla storia del design o è tratta da altri ambiti disciplinari? In che modo si innesta nel dibattito relativo al design? Utilizzarla in questo ambito permette di formularne una nuova accezione? Tali domande, alle quali ciascun candidato è esortato ad aggiungerne altre, dovranno costituire la base per i diversi contributi che possono includere riflessioni a partire da ricerche di tipo teorico, storico, sperimentale nei vari ambiti della ricerca in design.

Modalità di selezione

Possono partecipare alla Call i dottorandi in corso e dottori di ricerca che abbiano conseguito il titolo negli ultimi tre anni. Ai fini della selezione è richiesto un abstract, in lingua italiana e inglese (max 300 parole), corredato da titolo, riferimenti bibliografici e 5 parole chiave. Le proposte dovranno essere sottoposte entro venerdì 31 ottobre 2022, compilando il form online alla pagina www.frid.it/submission. I candidati selezionati dovranno provvedere alla stesura di full paper intermedi soggetti a peer review, che saranno a disposizione prima del forum e condivisi tra i partecipanti e i discussant per garantire la partecipazione di tutti alla discussione. Il full paper definitivo potrà essere messo a punto dopo la conferenza accogliendo spunti e suggerimenti. Le modalità di consegna dei full paper intermedi e definitivi saranno condivisi di volta in volta con i candidati selezionati. I paper selezionati e gli esiti del forum saranno raccolti in una pubblicazione edita da Bembo Officina Editoriale.

La partecipazione al forum è gratuita.