Il profilo altamente interdisciplinare, e dal respiro internazionale, di chi consegue questo titolo, può trovare riscontro, e occupazione, in:
- Soprintendenze, musei ed altre istituzioni culturali nazionali ed internazionali (biblioteche, archivi e centri culturali in generale), agenzie non governative legate alla gestione del patrimonio culturale, organizzazioni internazionali per Io studio e conservazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e suoi organi consultivi;
- Il profilo di alto livello che si immagina di creare può trovare impiego neII'editoria, non solo per azioni tradizionali di "editing", ma presso quelle case editrici che vogliano sperimentare nuovi approcci alla produzione della conoscenza attraverso forme di pubblicazione di contenuti culturali innovativi e transmediali, come sistemi di "data stories" e nuove narrazioni per la trasmissione del sapere;
- Aziende private che lavorano nei beni culturali, e in particolare per la realizzazione di ambienti e infrastrutture, anche Web- based, per la valorizzazione di risorse culturali, anche in ottica di fruizione da parte di utenze profilate, tanto per "user personas" quanto per "device" di accesso;
- Agenzie di comunicazione, organizzazioni non-profit per la produzione di strategie culturali trasversali e progetti artistici, industria del turismo, industrie culturali e creative (ICC);
- Ricerca universitaria, che sempre più richiede competenze interdisciplinari e ibridazione di saperi fra ambiti e aree disciplinari diverse, anche a partire dalle azioni di ricerca e terza missione portate avanti dai centri di ricerca coinvolti nel progetto formativo: ADLab, DH.ARC, FRameLab, ARCE, OpenAire nexus, LUDI, CRICC, CIust-ER CreAte di ARTER.
Il corso si qualifica dunque per il percorso altamente interdisciplinare che vuole intraprendere, tanto per la scelta delle tematiche, quanto per la selezione dei membri del collegio, in linea con gli orientamenti internazionali della ricerca sul tema beni culturali nell'ecosistema digitale. Questo significa che la formazione acquisita consentirà la spendibilità del titolo in realtà internazionali.
Alcuni parametri identificano gli orientamenti dell'internazionalizzazione del Dottorato:
- La stretta collaborazione con il consorzio Una Europa (Dottorato Europeo sul tema Cultural Heritage), già coinvolgendo fra i membri del collegio colleghi afferenti agli Atenei del Consorzio;
- Un'offerta intesa come una naturale prosecuzione della formazione su campi interdisciplinari già frequentati da studenti che provengono dall'estero, dove una formazione trasversale rispetto alle discipline è il valore aggiunto del profilo;
- I rapporti personali dei membri del collegio con colleghi internazionali, con i quali è già in essere una collaborazione; convenzioni e scambi Erasmus già attivi; contatti con centri di ricerca internazionali: e.g. per le DH, le Associazioni EADH e ADHO, l'infrastruttura DARIAH, il Center for e-humanities (Colonia), il Department of Digital Humanities del King's College (London), ITEM (Parigi), Octet (Oxford), Mundaneum (Mons), Bibliotheca disciplinata Forum internazionale (Brazil), Center for the Fine Print (University of West England - Bristol), WAB (University of Bergen), The Stirling Center for Publishing and Communication (Stirling Univ.), South African Department of Computer Science.
- Il prezioso e vasto patrimonio culturale conservato in Italia, facendo leva sul suo elevato livello di interesse in ambito internazionale;
- Lo sviluppo di innovativi metodi di ricerca e modelli di digitalizzazione, potenzialmente replicabili in altri paesi, disegnando nuovi sistemi, ambienti, soluzioni, nel solco della FAIRification, ad ampio riuso in un contesto di Open Science.