Dottorandi XXXVIII ciclo

Giulia Bergamaschi

Titolo: La conoscenza psichiatrica come territorio conteso: il caso del Neurodiversity Movement

Abstract: Nella mia ricerca utilizzo gli strumenti dell'epistemologia sociale femminista per comprendere le relazioni di potere epistemico che avvengono nello scambio di conoscenze tra paziente e terapeuta, con particolare attenzione alle problematiche che il Neurodiversity Movement ha sollevato contro l'ambito medico. In particolare, mi occuperò delle rivendicazioni che hanno a che vedere con la diagnosi e come il suo significato venga diversamente interpretato dalle parti.

Questo scontro porta con sé una questione fondamentale dell’epistemologia sociale sulla legittimazione della conoscenza tra gli esperti, rappresentanti della conoscenza scientifica tradizionale, e le persone con esperienza in prima persona (definite in gergo tecnico people with lived experience), che supportano le proprie posizioni attraverso le nuove epistemologie nate dai postcolonial studies e l’epistemologia femminista. Situare questo studio all’interno del contesto psichiatrico mi permetterà di tracciare la traiettoria della crescita dei nuovi di movimenti di emancipazione basati sulla diagnosi psichiatriche, la loro relazione con le Identity Politics e le conseguenze che tali rivendicazioni possono comportare riguardo il controverso e contestato concetto di diagnosi psichiatrica. Tuttavia, lo scopo fondamentale della ricerca sarà provare a tracciare le linee di complessità, i rischi e gli effetti di lungo periodo che l’annosa quanto necessaria domanda “chi può parlare per chi” porta con sé quando posta all’interno del contesto psicologico e psichiatrico

Martina Dattilo

TITOLO: Medicina fisiologica e patologica del processo riproduttivo dal concepimento allo sviluppo prenatale nella società romana: conoscenze anatomiche, sistema di anamnesi e terapia, e storia sociale

ABSTRACT: Il progetto si propone di studiare da un punto di vista storico-medico e sociale il processo riproduttivo nelle sue fasi di concepimento, embriologia e sviluppo fetale. Il principale oggetto di ricerca sarà costituito dalla trattatistica medica di epoca romana nel periodo dall’età imperiale fino alla tardo-antichità (I -VI secolo). Alcune tra le opere prese in esame saranno: il trattato ginecologico di Sorano (Gynaecia), la sua tradizione indiretta, le opere di Galeno sull’embriologia (De semine) e sullo sviluppo fetale (De foetuum formatione), i resoconti di dissezioni anatomiche (De anatomicis administrationibus) e i compendi di patologie e terapie di epoca imperiale e tardo-antica (ad esempio De Medicina di Celso e le “enciclopedie” bizantine).

La ricerca sarà articolata in tre fasi, la prima delle quali riguarderà la medicina fisiologica, la ricostruzione anatomica degli apparati e le loro funzioni.  Si porrà l’attenzione sul processo di generazione dei semi riproduttivi, sulla loro origine e sul loro ruolo nella formazione dell’embrione.  Si concluderà la prima fase del progetto attraverso lo studio dello stato prenatale articolato in embriogenesi e sviluppo fetale.

La seconda fase della ricerca riguarderà la medicina patologica e sarà dedicata allo studio dell’anamnesi di stati patologici sessuali e dei loro effetti sulla salute e sulla capacità procreativa. Si studieranno le terapie proposte in base alla loro diversa tipologia: terapia farmacologica, chirurgica, specifiche diete e modifiche allo stile di vita.

La terza e ultima fase della ricerca consisterà nell’inquadrare i dati desunti nella prospettiva storico-socioeconomica al fine di interpretarli alla luce delle politiche messe in atto dalla società romana per assicurare una crescita demografica stabile.

 

Alle fonti testuali sarà affiancato lo studio di fonti materiali in relazione ad un’attività di coordinamento con musei, come ad esempio la collaborazione con il Museo di Storia della Medicina di Roma nello studio dei votivi anatomici appartenenti alla collezione Gorga.

Martina Grinello

Semiotica dei processi decoloniali. La reinvenzione dei codici nelle istituzioni museali

L’obiettivo della mia ricerca è studiare le pratiche di decolonizzazione delle collezioni coloniali custodite nei musei europei. Questi musei devono gestire le collezioni difficili e dissonanti raccolte durante il periodo coloniale. Sono sempre più numerose le istituzioni che si impegnano in un processo di revisione critica dei propri patrimoni, anche sviluppando relazioni con le ex-colonie per restituire gli oggetti sottratti.

Molti approcci contemporanei alla decolonizzazione cercano di ripensare il paradigma etnografico di musealizzazione che ha sempre caratterizzato il periodo coloniale. Molto spesso, però, ne ripropongono le logiche marginalizzanti e per questo la discussione intorno ai tentativi di rileggere il ruolo tanto delle collezioni quanto del museo è particolarmente accesa.

Una voce che manca è quella della semiotica, in particolare della memoria e della cultura, che è chiamata a intervenire perché quello della decolonizzazione è primariamente un problema di re-invenzione di codici culturali.

Il paradigma etnografico è la conseguenza di una postura etnocentrica e patriarcale che valorizza l’identità occidentale, maschile ed eterosessuale in contrasto con un Altro da domesticare entro i confini istituzionali del museo. Ancora oggi, l’Altro è spesso rappresentato in modo statico e anacronistico e la stessa esibizione degli oggetti coloniali è un atto di perpetuazione del dominio coloniale. Ecco quindi che il problema della decolonizzazione diventa quello della rappresentazione dello sfruttamento e della destituzione del privilegio del bianco suprematista.

I musei abitano il fulcro della semiosfera: emergono dagli abiti della cultura ma allo stesso tempo istituzionalizzano assiologie contribuendo alla socializzazione dell’esperienza umana. Quindi, il problema della decolonizzazione delle collezioni è quello della decolonizzazione dello sguardo.

 

I musei in esame sono il MuCiv (Roma), Quai Branly e de l’Homme (Parigi), Tropenmuseum (Amsterdam), Afrika Museum (Bruxelles), Humboldt Forum (Berlino). L’analisi di questi testi valuterà la coerenza della risemantizzazione con i movimenti di inclusione delle nuove soggettività.

Zedong Hao

Titolo: Il Paradosso del Disaccordo Estetico
Abstract:
La mia ricerca riguarda principalmente il significato del disaccordo estetico: come lo comprendiamo e perché è importante. In generale, il disaccordo estetico è la situazione in cui due soggetti, riguardo allo stesso oggetto, esprimono giudizi estetici diversi e anche contrari. Da un lato, il giudizio estetico ha una sorta di universalità, nel senso che il soggetto dovrebbe credere che il giudizio sia universalmente valido quando lo esprime; d'altra parte, il disaccordo estetico è solitamente ineccepibile, nel qual caso non abbiamo buone ragioni per dire che uno dei giudizi opposti sia sbagliato. Io sostengo che questo paradosso sia il risultato del divario tra il principio a priori e l’osservazione empirica del giudizio estetico. Alla base di questo paradosso c'è la distinzione della concezione di soggetto in due sensi. L'universalità del giudizio estetico implica un soggetto disinteressato, libero da ogni costrizione; mentre il disaccordo rivela che il soggetto è sempre condizionato dal proprio status. Questa distinzione di soggetto si riferisce inoltre alla teoria critica dell’estetica. In questo modo intendo anche approfondire la teoria dell’estetica e della politica di Rancière.

Anna Sofia Lippolis

Titolo: Discovering and Modeling Knowledge Patterns from Tropes in Scientific Texts

Abstract: Per trasmettere i concetti in maniera efficace, il linguaggio scientifico spesso devia o sospende le comuni funzioni referenziali del linguaggio attraverso espressioni figurate. Non sorprende, quindi, il fatto che la scienza si basi su metafore e analogie per la produzione di significato. Tuttavia, per comprendere lo sviluppo di questi fenomeni e le loro conseguenze sulla società, la maggior parte degli studi di Natural language Processing (NLP) in questo campo si sono basati su aspetti grammaticali o sulla ricorrenza di parole specifiche all’interno di un testo. Il progetto mira a colmare questa lacuna sfruttando tecniche avanzate di estrazione e rappresentazione della conoscenza per identificare e modellare Knowledge Pattern (KP) in un corpus di testi scientifici. La commistione di NLP e di tecnologie semantiche permetterà la formalizzazione e l’estrazione di KP da testo utilizzato in sensi non letterali. Nello specifico, questo lavoro: (i) identificherà automaticamente figure retoriche di significato in un corpus di testi scientifici; (ii) esplorerà la loro relazione con altri elementi strutturali del testo; (iii) formalizzerà le invarianze in KP e (iv) popolerà un grafo di conoscenza basato su questo metamodello. I risultati potranno essere analizzati dal punto di vista storico-filosofico e applicati a tecniche di rappresentazione ed estrazione della conoscenza da testi in diversi ambiti di ricerca.

 

Umberto Pantarelli

Titolo: L’educazione del lettore multialfabeta. La relazione tra tecnologie digitali e ambienti di apprendimento per un innalzamento della soglia dell’attenzione e della riflessione negli studenti adolescenti

Abstract: I sistemi e i processi di significazione, nonché gli effetti di senso prodotti dai testi, dalle pratiche e dagli oggetti sugli individui ineriscono uno studio semiotico della soggettività, della cultura  e della società al contempo empirico, metodologico, teorico e filosofico. L’interesse di ricerca per queste tematiche è declinato nello sviluppo di una semiotica educativa a stampo interpretativo ed enciclopedico, perseguito a partire da una doppia vocazione basata su: (i) l’analisi delle mediazioni interne ed esterne al sistema scolastico in generale; (ii) il ruolo della semiotica nella progettazione didattica attraverso pratiche, ambienti e tecnologie. All’interno della ricerca scolastica e dell’innovazione didattica attraverso approcci student-centred, la semiotica può fornire, da una parte, griglie analitiche orientative per i policy makers del settore e, dall’altra, uno studio sulla progettazione e la realizzazione di didattiche innovative. Da questo punto di vista, La semiotica può contribuire al processo di innovazione che l’educazione e l’istruzione stanno vivendo: dalla prospettiva del rapporto tra ambienti simulativi e contesti formali, può specializzarsi nello studio delle architetture e degli arredi scolastici, sia per la progettazione di nuovi spazi educativi, sia nell’adattamento di ambienti di apprendimento esistenti; da quella delle esperienze simulative e multisensoriali, può rilevare le caratteristiche enunciative delle attività e verificare in che modo impattano cognitivamente e percettivamente sul soggetto.

Flavia Politi

Processi di semiosi algoritmica e Intelligenza Artificiale. Strumenti per orientare le policy in materia di competenze digitali da una prospettiva di genere

La ricerca esplora l'intersezione tra semiosi algoritmica, intelligenza artificiale (IA) e prospettive di genere nel contesto dei processi di digitalizzazione e di diffusione di competenze a livello regionale.

Si  vuole approfondire la produzione di significati interna ai sistemi algoritmici, indagando le modalità in cui l’IA codifica e decodifica informazioni e testi; parallelamente si analizzano i contesti di diffusione delle competenze digitali anche specifici rispetto ai temi dei Big Data e dell’AI, con l’obiettivo di mettere in luce i modi  in cui gli stereotipi di genere persistono negli ambienti digitali.

Uno dei principali output è lo sviluppo di strumenti e chiavi di lettura che facilitino un approccio sensibile al genere nella formulazione delle policy nel campo delle competenze digitali. Nel suo primo anno di implementazione, il progetto di ricerca co-finanziato da ART-ER S. con. p.a., è infatti stato incardinato in un’azione di valorizzazione e di inquadramento scientifico delle “Azioni Integrate per la diffusione delle competenze digitali in Emilia Romagna” come da delibera della Giunta Regionale n. 1608/2022.

Un ulteriore focus della ricerca mira a comprendere, sub specie semiotica, il modo in cui i sistemi di IA generino e interpretino significati e valori. Questo implica anche il riferimento al dispositivo teorico dell’eterogenesi differenziale (Sarti, Citti, Piotrowski, 2022) capace di formalizzare la relazione tra piano del contenuto e piano dell’espressione, oltre a esemplificare i passaggi di mediazione tra modi di esistenza, come descritto dalla teoria dell'enunciazione impersonale ed evenemenziale (Paolucci, 2020).

 La metodologia adotta un approccio multidisciplinare, integrando semiotica, filosofia dell'informazione, ricerca sociale e studi di genere. La raccolta dati comprende l'analisi di dataset su larga scala, la profilazione algoritmica e la valutazione d'impatto di interventi indirizzati alla diffusione delle competenze digitali.

Alberto Rinaldi

Titolo tesi: Leibniz nel neokantismo di Marburgo: Genesi, sviluppo e critica di una controstoria dell’idealismo.

 

Abstract: Il progetto di ricerca consiste nello studio della ricezione del pensiero di Leibniz nel neokantismo marburghese, con particolare attenzione agli sviluppi del pensiero di Hermann Cohen, Paul Natorp ed Ernst Cassirer. Si intende contribuire sia all’approfondimento dell’eredità leibniziana del ‘900, sia alla chiarificazione di aspetti ancora poco studiati della proposta epistemologica marburghese. Infatti, attraverso i concetti di continuità delle forme, uniformità del metodo, e omogeneità delle grandezze, caratteristici soprattutto della matematica leibniziana, gli autori marburghesi avanzano una proposta epistemologica volta a ridefinire i confini di un idealismo critico autenticamente trascendentale, che sappia cogliere nel loro momento germinale, a priori, e dunque puro, le funzioni fondamentali proprie del procedere scientifico. La ricerca si avvale soprattutto del materiale bibliografico di recente pubblicazione, relativo agli scritti di geometria di Leibniz, che conferma in parte alcune delle intuizioni della lettura marburghese, cui si deve il merito di aver insistito sulla profonda connessione nel pensiero di Leibniz tra gli elementi di carattere matematico e geometrico e gli elementi più strettamente metafisici e logici.

Roberto Saracino

Titolo tesi: Dalla soggettività trascendentale all’identità narrativa. Tempo e soggetto dalla fenomenologia di Husserl all’ermeneutica di Ricoeur.

 

Abstract (ita): L’obiettivo di questo progetto di ricerca è di ripercorrere il percorso filosofico lungo il quale Ricoeur, pur situandosi nel solco della fenomenologia di Husserl, si propone di superare l’orizzonte trascendentale di quest’ultima e di trasformarla in una fenomenologia ermeneutica. La connessione tra fenomenologia ed ermeneutica è, seguendo Ricoeur, duplice: se l’ermeneutica, in quanto interrogazione del senso, è debitrice del metodo fenomenologico d’indagine, la fenomenologia non può a sua volta non assumere la condizione ermeneutica dell’interpretazione. Tuttavia, affinché l’ermeneutica sia innestata sulla fenomenologia, è necessario che quest’ultima abbandoni il dominio idealistico che la caratterizza come filosofia trascendentale: la conseguenza di questo innesto consiste in una serie di significative trasformazioni che investono le sfere della soggettività e della temporalità. La diretta esperienza del tempo descritta da Husserl deve essere mediata, secondo Ricoeur, dall’atto della narrazione, la cui funzione contribuisce inoltre alla costituzione di una identità narrativa, al crocevia tra individuo e comunità, tra finzione e storia, incaricata di sostituirsi alla soggettività trascendentale. Un’analisi critica del percorso teoretico intrapreso da Ricoeur nel tentativo di trasformare selettivamente la fenomenologia in ermeneutica permette di formulare tre questioni, con l’intento di fare luce sui complessi legami tra i due autori: quali sono gli autentici tratti della fenomenologia di Husserl che la critica di Ricoeur si propone di superare? Quanto è efficace la critica sistematica che Ricoeur muove alla fenomenologia trascendentale di Husserl? È possibile rintracciare all’interno dell’ermeneutica di Ricoeur alcuni tratti propri della fenomenologia trascendentale husserliana? Seguendo l’intreccio della temporalità e della soggettività sarà possibile ripercorrere, nei suoi tratti salienti, il tentativo di Ricoeur di costruire un’ermeneutica sulle rovine dell’idealismo trascendentale di Husserl, al fine di determinare, da una parte, se l’innesto operato da Ricoeur implica necessariamente l’abbandono della fenomenologia trascendentale, e, dall’altra, di misurare il debito effettivo di Ricoeur nei confronti di Husserl.

Carolina Tognon

Titolo tesi: Per un’archeologia della violenza sociale. Uno studio sulla “negazione” del bambino

 

Abstract (Ita): Finalità primaria del progetto è analizzare e ricostruire la storia della violenza educativa in contesto europeo e indagare le ragioni che hanno reso possibile il suo perdurare nonostante le numerose trasformazioni subite nel corso dei secoli. In ordine a tale scopo, verranno adottate due diverse prospettive d’indagine, tra loro interconnesse e complementari. Da un lato, verrà preso in esame il versante sociale e storico-filosofico della violenza educativa analizzando materiale di natura eterogenea che possa restituire un contesto chiaro sugli sviluppi teorici e pratici del campo pedagogico dalla seconda metà del Seicento in avanti. Dall’altro, verrà vagliata la letteratura giuridica contemporanea cercando di mettere in luce i punti di criticità tuttora presenti all’interno del dibattito internazionale sui Children’s Rights. Attraverso lo studio di queste due dimensioni si ha, tra le altre cose, l’obiettivo di descrivere la persistenza del male incarnato dalla riproposizione generazionale della violenza e colmare le lacune ad oggi ancora riscontrabili nel campo d’indagine proposto, il quale continua ad essere estremamente difficile da sfidare e decostruire.

Giulia Zerbinati

Titolo tesi: Modelli dialettici e verità estetica in Hegel e Adorno
Abstract (Ita): Argomento della ricerca è il rapporto di coimplicazione che sussiste, in Hegel e Adorno, fra i modelli di dialettica da essi proposti e la concezione di verità estetica da essi elaborata. L’analisi è condotta sia attraverso una disamina dei nodi tematici in cui tale legame si intesse, sia attraverso la problematizzazione dei punti di maggiore contrasto e convergenza fra i due autori. L’obiettivo è quello di mostrare non solo come entrambi conducano il proprio esame dell’estetico incardinandolo entro la struttura teoretica fornita dalla costruzione, in sede logico-concettuale, di un preciso modello di dialettica (“positiva” Hegel, “negativa” Adorno), ma anche e soprattutto di indagare la possibilità che sia, viceversa, proprio la considerazione dell’estetico – qui inteso non tanto o non solo come fatto/fenomeno artistico, bensì come elemento sensibile, mimetico, para-linguistico, non-identico dell’esperienza del reale – a richiedere, essendo un momento aconcettuale implicato in ogni concezione processuale della verità, l’articolazione di un determinato paradigma dialettico. Tale esame permette, inoltre, di interrogarsi sull’esigenza del pensiero dialettico di passare da un modello più fortemente concettuale, come era quello di Hegel, a uno maggiormente percettuale, che certo non dimentichi la necessità della filosofia di servirsi dei concetti, ma che al contempo, come suggerisce Adorno, si renda consapevole della violenza che la conoscenza per il loro tramite fa alle cose e che, per questo, muova nella direzione di riabilitare, contro un’idea di verità come pura conoscenza razionale, un’idea di verità come esperienza, la quale dialetticamente dovrebbe includere, anziché́ reprimere, il momento veritativo dell’estetico.

Margherita Porena

Titolo tesi: Analisi dei fondamenti cognitivi e formali dei pattern ontologici del dominio dei beni culturali
Abstract: Il progetto è volto allo studio delle soluzioni di modellazione usate nelle ontologie del dominio dei beni culturali, allo scopo di individuarne i fondamenti cognitivi e formali, da cui partire per adeguare i metodi attualmente in uso da parte degli esperti di dominio nella modellazione di ontologie.

A questo scopo verranno analizzati i pattern attraverso tre differenti prospettive:

  • -prospettiva quantitativa, attraverso la quale verrà effettuato un confronto tra le ontologie per individuare i problemi di modellazione ricorrenti e le soluzioni proposte;
  • -prospettiva cognitiva, tramite la quale si procederà ad una valutazione, tramite esperimenti di laboratorio, dell’aderenza dei pattern ai processi mentali con cui gli esseri umani analizzano e interpretano uno specifico problema;
  • -prospettiva formale, con lo scopo di unificare tutte le entità coinvolte nella rappresentazione dello specifico pattern in una teoria del primo ordine, attraverso l’uso di specifiche teorie formali ontologiche.

Sulla base di questo studio verrà sviluppato un metodo per permettere agli esperti di dominio di rappresentare le loro ontologie in modo logicamente e inferenzialmente corretto, all’interno del quale sarà implementato un linguaggio semplificato, SKOS-F, in grado di tradurre i pattern in linguaggio formale, estendendo lo standard SKOS (Simple Knowledge Organization System), utilizzato nella maggior parte dei progetti relativi ai beni culturali.

Risultato dell’applicazione di questa metodologia sarà un dataset che integra in maniera inferenzialmente robusta la conoscenza dei beni culturali, e che sia contemporaneamente di facile lettura per le induzioni dei non esperti e formalmente fondato per il ragionamento deduttivo automatizzato (automated reasoning).